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Quali sono le strategie per limitare l’impatto dei rincari energetici?

Questa domanda è stata il focus di un recente Convegno dal titolo “Costi Energetici, la strada maestra per il futuro delle aziende” organizzato da Bocconi Alumni Chapter Rimini, al quale hanno preso parte EDP Energia Italia, BKW AG, Conclima e Consenergy 2000, invitato a partecipare quale esempio di soluzione concreta virtuosa che le imprese hanno adottato per ridurre l’impatto del rialzo dei costi dell’energia.

Oggi infatti la spesa per le componenti energetiche rappresenta oramai per tutte le aziende una voce di costo significativa e consolidata, alla quale tra l’altro non si era abituati fino a pochi mesi fa: riuscire a limitare tali costi può determinare maggiore o minore competitività sul mercato.

Nello specifico, durante i lavori del meeting, si è fatto il punto sull’importanza dell’aggregazione tra imprese per aumentare il potere d’acquisto nei confronti dei fornitori e sulla crescente esigenza di competenze sempre più specialistiche in materia energetica, a cui difficilmente le singole aziende possono rispondere con risorse interne.

Se è infatti vero che la riduzione dei consumi, l’efficientamento energetico, l’autoconsumo, sono concetti che fino a pochi anni erano unicamente appannaggio delle grandi imprese, oggi non si può negare come siano diventati temi di attualità per tutti, compreso il piccolo imprenditore o l’utente domestico.

Oltre a questi assunti, per aspirare ad un reale risparmio nella spesa per l’energia risulta inoltre sempre più importante cercare di stipulare un contratto per la fornitura che vada incontro alle proprie esigenze, sia dal punto di vista economico che per quanto riguarda le condizioni al contorno. Questo aspetto in passato è stato troppo spesso sottovalutato, partendo dall’errato presupposto che le offerte di un fornitore si discostino di poco da quelle di un altro e che non si possa fare nulla per migliorare la propria situazione, se non scegliere di affidarsi ad un fornitore “blasonato” (che tra l’altro non è sinonimo né di “serio” né tantomeno di “affidabile”). Nella realtà non c’è nulla di più falso: il mercato dell’energia è libero e pertanto coesistono situazioni estremamente differenti sia per quanto riguarda la bontà dei fornitori che per quanto concerne la qualità delle offerte dagli stessi proposte, anche se chiaramente, senza reali competenze sia di natura tecnica che di carattere giuridico, può risultare assai arduo districarsi fra le proposte e riuscire a fare sintesi in relazione alle proprie necessità

Ad oggi, tra l’altro, sebbene il contesto sia sicuramente più stabile di quello dei mesi passati, i mercati vivono ancora una situazione di estrema incertezza e pertanto è impossibile fare previsioni sul medio-lungo periodo e stabilire se sia più conveniente per un utente optare per un contratto di fornitura a prezzo fisso o per uno a prezzo indicizzato, essendo troppe le variabili in gioco anche a livello globale.

In virtù di ciò, a conclusione dei lavori del convegno di Rimini, è emerso che a livello contrattuale ad oggi la strada che offre maggiori garanzie, e che non a caso è la più seguita da parte dei grandi consumatori, per monitorare e limitare il rialzo dei costi energetici, è quella di optare per soluzioni ibride fisso-variabile, di modo da sfruttare i benefici economici di un contratto a prezzo indicizzato quando, come ora, i prezzi al mercato non sono particolarmente elevati e allo stesso tempo di cautelarsi nel caso di aumenti repentini di prezzo, con quote di energia acquistate a prezzo fisso. Chiaramente soluzioni come questa richiedono grossi volumi di energia e pertanto non sarebbero adottabili dalle utenze con consumi limitati: sfruttando però la possibilità di aggregazione della domanda delle singole utenze per il tramite di strutture organizzate come il consorzio per l’energia Consenergy 2000, risultano in realtà alla portata di tutti i consumatori.

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